Recentemente, in questo blog, abbiamo descritto più o meno teoricamente i risultati che si possono ottenere con la formazione (vedi “A cosa serve la formazione” – parte prima e seconda).
Tali risultati, però, rimangono astratti e valgono un po’ per tutto se non vengono legati a qualche fatto produttivo. Abbiamo parlato, infatti, di un generico divenire consapevoli degli elementi del sistema di cui si fa parte e delle loro dinamiche di interazione (incluse le azioni e le reazioni emotive). Se ci fermassimo a questa definizione, però, sarebbe come dire che, indipendentemente dal contesto, “apprendere è bello e utile di per sé” (spesso si sente parlare di crescita personale).
Possiamo essere moralmente d’accordo, ma dal punto di vista organizzativo e gestionale è un discorso poco efficace. Vogliamo affermare, invece, che per chi produce apprendere è bello se porta qualche risultato positivo nella vita produttiva.
Così sviluppato questo discorso, infatti, ripropone l’annoso problema della formazione: l’autoreferenzialità. Mi colpiva un paragrafo della ricerca Isfol Strumenti per la formazione esperienziale dei manager (primo paragrafo di pagina 14) in cui si dice che i lavoratori si lamentano che la formazione è per lo più “auto-centrica, secondo una prassi di intervento che vedrebbe anteporre le caratteristiche e le competenze degli enti e delle agenzie formative ai bisogni reali delle imprese e dei lavoratori”. E’ proprio la fotografia dell’autoreferenzialità: anteporre caratteristiche e competenze dell’azienda consulente ai bisogni reali di committenti e destinatari.
Ora divenire consapevoli degli elementi del sistema di cui si fa parte e delle loro dinamiche è un risultato che si può ottenere con diversi metodi, ciascuno più adatto a una situazione o a un'altra. Per una panoramica dei metodi più diffusi della formazione esperienziale si veda questo video dell’Isfol legato alla ricerca suddetta.
Ma la domanda è: cosa può rendere, allora, questo risultato utile per l’azienda e non un mero esercizio intellettuale o estetico?
La risposta è: il fatto che questo risultato sia la chiave di soluzione di un problema reale il cui superamento favorisce la gestione e lo sviluppo dell’attività produttiva.
E come fa l’azienda di consulenza a conoscere qual è il problema che deve risolvere attraverso l’attività formativa? Con l’analisi delle esigenze formative. Affronteremo questo tema prossimamente.
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