Il 30 maggio 2013 sono stato ad un convegno organizzato dall'Ordine Nazionale degli Psicologi (CNOP) intitolato "Rischio Stress Lavoro Correlato. Le competenze dello psicologo nella valutazione e gestione". Il convegno è stato principalmente l'occasione per pubblicizzare l'uscita di un volume dell'Ordine che racchiude gli studi compiuti finora sull'argomento. L'Ordine Nazionale, da qualche tempo, aveva già pubblicato sul proprio sito una nota riguardante il valore aggiunto che gli psicologi possono dare nell'eseguire la valutazione.
Devo dire che in tutti i presenti era chiara la consapevolezza che la competenza dello psicologo del lavoro si sposa pienamente con il compito di valutare lo stress lavoro correlato. Ciò che non era chiaro è il motivo per cui i committenti non la pensano alla stessa maniera.
L'idea che mi sono fatto è che manca da parte di noi psicologi del lavoro la conoscenza e la consapevolezza della prospettiva dell’organizzazione committente. Le situazioni da cui può scaturire una domanda, infatti, variano prevalentemente in base alla percezione della propria situazione organizzativa e quindi alla finalità della valutazione ipotizzata dal committente.
Il committente che percepisce che dall'analisi della propria situazione di stress lavorativo potrebbe scaturire una valutazione negativa, racconta di un'azienda probabilmente già in difficoltà. Il rapporto tra clima organizzativo ed efficienza è noto dagli anni 70, dunque potremmo in estrema sintesi dire che probabilmente l'azienda versa in cattive acque perché è inefficiente e che a causa della propria inefficienza organizzativa genera malessere, aumentato dalla situazione problematica in cui si trova. È chiaro che la crisi aggrava il contesto, ma il contesto è uguale per tutte le organizzazioni, sia quelle in buona salute, sia quelle in cattiva salute. È probabile che un'organizzazione di questo tipo sia orientata alla gestione dell'attuale, senza prospettive di sviluppo. È probabile che la tendenza al controllo limiti le possibilità esplorative che necessita lo sviluppo e che nel corso del tempo questa tendenza ingeneri difficoltà organizzative. Ad ogni modo, la finalità della valutazione cui sarà interessato il committente è limitare l'impatto economico ed emotivo dell'operazione, limitandosi ad assicurarsi di adempiere alla legge e di togliersi in questo modo un incomodo ulteriore.
Al contrario, un committente che percepisce che dall'analisi della propria situazione di stress lavorativo non possono scaturire "sommosse", ma opinioni realistiche sullo stato di salute della propria organizzazione ed è interessato a comprendere se ci sono aree di sviluppo o di intervento, perché è cosciente che questo è utile a essere più competitivi sul mercato, sarà aperto alle collaborazioni e cercherà un professionista competente sull'argomento.
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